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“Madre Fiducia Nostra” proposta musicale eseguita dal coro parrocchiale

In questo tempo in cui siamo stati chiamati a vivere sotto un’altra forma la realtà ecclesiale, questo “esperimento musicale” (di non facile realizzazione), è un dono che un gruppo di cantori ha voluto fare alla comunità parrocchiale, per testimoniare che non esistono distanze che possono impedire a Dio di farsi presenza viva tra gli uomini.

Come credenti in Cristo Risorto, pur nella ferita e nell’inquietudine, ci accorgiamo giorno dopo giorno che questo tempo si svela come un’opportunità preziosa per andare più a fondo al nostro “si”, per riscoprire la potenza del silenzio che può farsi Parola all’improvviso, per risvegliare quello spirito combattente che ci sollecita a metterci in moto come uomini al servizio del Suo Regno, qualunque cosa accada. Se ci lasciamo provocare in profondità senza fermarci all’umana sensazione che tutto ci è stato tolto, questo tempo apparentemente sospeso rimette ognuno di noi in un faccia a faccia continuo con Dio, come se fossimo inevitabilmente richiamati, preghiere più preghiere meno, a dare risposta della nostra appartenenza al popolo di Dio e delle ragioni più vere del dirci cristiani.

Al cuore di ogni credente, in un tempo in cui tutte le buone abitudini cattoliche sono saltate, è restituita la possibilità di riscoprire che la risposta alla chiamata di Dio non è l’esito di una tradizione a cui siamo tanto affezionati, ma un’adesione che necessita di rinnovarsi ogni giorno, passando anche per tutte le volte che, stanchi e senza risposte, saremmo tentati di lasciare Dio in un angolo. Senza questa prospettiva che ci educa a stare in un rapporto col Mistero nel presente, nel quì e ora, l’avventura cristiana rischia di trasformarsi in un rituale talmente privo di slancio che non convince nemmeno noi stessi, figuriamoci gli altri. Ecco allora che tutto nella nostra vita è sollecitato ad essere approfondito nella sua ragione di esistere, dalle scelte di vita personale e professionale a quelle spirituali, incluse la scelta dei ministeri, dei vari servizi, delle opere, dei carismi, perché solo ciò che per noi ha un significato, viene approfondito e coinvolge la vita per intero può eventualmente coinvolgere qualcun’altro ed essere segno di una testimonianza affascinante. Chissà che qualcuno non scopra buono per sè qualcosa a cui mai aveva pensato o che qualcun’altro non abbia il coraggio di modificare abitudini che talvolta, passando per la dubbia frase che “tutto è gradito a Dio”, rischiano purtroppo di offrire l’immagine di una chiesa approssimativa più che attraente nelle parole e nelle opere.

Con questo spirito è partita l’idea di realizzare un video musicale che potesse far sentire i vari cantori della nostra comunità parrocchiale espressione di un rinnovato “si”. Guardando le numerose proposte che in questo momento abitano il web in lungo e in largo, si è provato a realizzare un brano cantato a distanza. Operazione parecchio complessa che ha messo tutti indistintamente in difficoltà. La realizzazione finale non è certamente un’opera musicalmente corretta, ma il tentativo di sentirsi accomunati da uno spirito di appartenenza che nessuna quarantena può portare via. E’ stato bello osservare l’impegno di ogni singolo cantore nel rendersi disponibile a questo “gioco corale” con tutte le personali difficoltà: l’ascolto di una base in cuffia, la registrazione della propria voce senza l’aiuto del compagno di sezione, il procurarsi un dispositivo per farsi riprendere …ognuno ha dovuto risolvere un problema, ma l’idea di partecipare a un progetto che scardinasse le distanze imposte, e facesse sentire tutti nuovamente “coro”, è stata accolta e vissuta con gioia ed entusiasmo. A ogni singolo cantore, anche a tutti coloro che per mancanza di “mezzi tecnologici” non hanno potuto partecipare, va un sentito grazie per lo spirito con cui tutto è stato accolto e vissuto. Un dato importante e significativo è che a questo progetto corale hanno partecipato membri del coro degli adulti e membri del coro giovanile, giovani ragazzi impegnati nell’animazione della messa domenicale delle ore 10 dedicata ai bambini, segno di una comunità unita e in cammino come popolo indistintamente.
Ho scelto personalmente di proporre il brano di Mons. M. Frisina “Madre Fiducia Nostra”, perché rappresenta un brano tanto caro al coro e all’intera comunità, cantato sempre con devozione dai nostri sacerdoti e da tutta l’assemblea.

Un grazie va a tutti coloro che hanno partecipato come cantori, ma senza l’aiuto di Lorenzo Filizzola, che da Salerno ha scelto di aiutarci registrando per noi all’organo la base musicale, e di Carmen  Molinelli che ha curato la parte tecnica seguendomi pazientemente nella faticosa opera di montaggio audio/video, nulla di questo sarebbe stato possibile.
Se è vero che è importante la meta da raggiungere ma ancor più il cammino che si fa per raggiungerla, mi sento di poter dire che è stato proprio un bel cammino di scoperta. E chissà che, avendo ormai fatto esperienza e capito come funziona, non ci sia un seguito…

In conclusione aggiungo solo che il canto, privilegiato dono fatto all’uomo, non è che una delle modalità con cui rendere testimonianza dei doni ricevuti, ma non è questione di cosa si canta, di luogo, repertorio, stile, è questione più grande perché l’invito è di cantare la vita, a questo dovrebbe servire il canto vero e proprio e a questo dovremmo generalmente tendere in senso più ampio, ancor di più in un tempo ferito come quello che stiamo vivendo. Si tratta ancora una volta di scegliere se stare dalla parte della paura o dalla parte di Dio.

Buon canto allora.
Gabriella Sampognaro

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