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Don Carmelo Vicari, ha reso visita a Mustafà Boulaalam Imam della Moschea di piazza Gran Cancelliere


Giovedì 11 giugno 2020 Don Carmelo Vicari ha incontrato Mustafà Boulaalam, Imam della moschea di Piazza Gran Cancelliere a Palermo. Si è trattato di un cordiale e fraterno incontro dopo tanti mesi di lontananza per scambiarsi esperienze e racconti che la comunità islamica e quella cattolica hanno sviluppato durante la pandemia quando tutti sono stati costretti a rimanere a casa.

Per prima cosa l’Imam ha accompagnato don Carmelo in Moschea illustrando le modifiche apportate per rispettare le norme di sicurezza imposte a tutti. “Nelle prime settimane di isolamento – ha spiegato – abbiamo trasformato questa sala in deposito per le derrate alimentari che ci sono state donate dal Banco Alimentare. Un dono quanto mai gradito e necessario per le tante famiglie che assistiamo. Adesso è tornata luogo di preghiera, ma abbiamo dovuto porre delle strisce adesive a terra per aiutare tutti a mantenere le distanze durante la preghiera, riducendo così il numero di coloro che possono prendervi parte”.

Anche nella mia parrocchia – ha ribattuto don Carmelo – abbiamo fatto scelte similari per garantire ai fedeli di partecipare alle cerimonie liturgiche in assoluta sicurezza”. Mustafà ha aggiunto che visto la ristrettezza degli spazi si sono dovuti fare dei turni per garantire a tutti l’accesso alla moschea. “Il risultato finale – spiega – è che molti hanno atteso anche ore per la preghiera del venerdì che ho dovuto ridurre a soli 15 minuti”. Mustafà e don Carmelo si sono poi traferiti in una sala attigua dove l’Imam ha offerto un bicchiere di te marocchino ed un dolce preparato da lui stesso, secondo la tradizione del suo paese.

La conversazione si è allora soffermata sull’uso dei mezzi elettronici per tenere i contatti con i fedeli rimasti a casa. “Ho provveduto – riprende Mustafà – a inviare settimanalmente il testo del sermone che abitualmente faccio in moschea tramite il web ottenendo come risultato che tutta la famiglia per l’occasione si riunisse insieme per ascoltare e pregare”.

Don Carmelo, raccontando esperienze simili accadute a Sant’Ernesto ha chiesto che impatto tutto ciò ha avuto tra i componenti della comunità islamica. “Il primo risultato – ha spiegato Mustafà – è che le famiglie si sono riunite, superando in parte la tradizione islamica che non prevede la preghiera comune per uomini e donne. Ma l’impatto migliore è stato tra i giovani e i bambini che hanno riscoperto il valore della famiglia che prima non avevano, passando gran parte del loro tempo fuori di casa”.

Don Carmelo ha poi chiesto le modalità con cui è stato celebrato quest’anno il Ramadan. “Certamente è stato diverso dagli altri anni – ha risposto l’Imam – ma la sua natura non è stata sminuita. Abbiamo tutti trascorso più tempo a casa, dedicandolo soprattutto ai più piccoli, ma non abbiamo rinunciato né al digiuno diurno né al pasto serale di tutta la famiglia riunita, né tantomeno ai gesti di carità fraterna che sono rischisti in questa circostanza Anche la festa finale è stata celebrata come ogni anno al foro Italico, anche se il rispetto delle norme ha comportato non poche misure di prevenzione che prima non c’erano”.
C’è tempo prima di andar via di parlare del futuro, almeno di quello più immediato, cioè l’estate. Mustafà è molto guardingo, non vuole fare previsioni. Ma aggiunge: “Penso che molti che come ogni anno avevano in programma di tornare nei paesi di origine, dovranno rivedere tutti i loro programmi Non vi è al momento certezza sui voli, sulle eventuali quarantene da rispettare, sulle disponibilità economiche perché nelle nostre famiglie molti hanno perso il lavoro e non è detto che riescano a trovarne un altro”.

Don Carmelo ha ribadito che anche per molti cristiani della sua parrocchia sarà una estate diversa: “Rinunceremo – ha aggiunto – al tradizionale pellegrinaggio che facciamo in un santuario mariano e rivedremo anche un modo ormai superato di fare le ferie. Sarà una bella scommessa come quella che abbiamo già affrontato in questi mesi appena trascorsa”. “Anche per noi – ha concluso Mustafà – si tratta di accettare alcune novità che ci sono state imposte e che ci hanno già cambiato. Ma così come abbiamo verificato finora, Dio è grande e misericordioso e non ci farà mancare la sua compagnia”.

di Francesco Inguanti

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