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SETTIMANA SANTA 2020 – Messaggio Pasquale del Parroco a tutta la comunità

Miei carissimi e carissime,

Siamo cresciuti ascoltando le prime parole della nostra Sacra Scrittura: “In principio Dio creò il cielo e la terra”, e quindi anche noi: “Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza”.

Ma le frasi e le dottrine spesso ci lasciano indifferenti o supponenti. Solo l’esperienza convince e vince e da consistenza alle parole. Il coronavirus ci ha posto davanti, brutalmente, questa semplice, elementare, originaria realtà e verità: Non siamo padroni della nostra e altrui esistenza. Tutto ci è dato, tutto riceviamo e tutto ci può essere tolto. Dipendiamo da un Altro. Stiamo facendo i conti con questo dato.

Quel Gesù che celebriamo ha fatto di questo il suo punto di forza. Non sono venuto da me stesso, ma inviato e mandato dal Padre, per fare la sua volontà. La notte di Pasqua siamo stati invitati ad immedesimarci con il nostro grande padre Abramo, con l’esperienza della grande prova cui fu sottoposto e della sua fede.

In questo tempo comprendiamo che la nostra esistenza è una prova da superare per aderire liberamente e in povertà e umiltà ad un disegno e un senso che non produciamo ma che siamo chiamati a riconoscere ed accogliere e con cui immedesimarsi. Il sì di Abramo, il sì di Maria “Fiat”, che si compiono nel sì di Gesù “Se possibile passi da me questo calice, ma non la mia ma la tua volontà” accolgano il nostro sì, nella prova che attraversiamo, in modo che possa diventare sorgente di benedizioni per tutti: “Si diranno benedette nella tua discendenza tutte le nazioni della terra, perché tu hai obbedito alla mia voce”. Ma abbiamo bisogno di essere liberati da tante forme di sottomissioni e schiavitù che ci procuriamo o ci procurano altri. Sempre nella storia e nella vita. Quanti condizionamenti e sottomissione per sopravvivere e non lasciarci ferire. Risuoni per noi l’invito di Dio a Mosè perché non si interrompa il cammino verso la piena liberazione: “Perché gridi verso di me? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino …In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani”.

In questo tempo in cui ci è stato chiesto di sospendere la vita normale e siamo sorpresi a volte dalla paura, ansia e preoccupazioni accogliamo l’invito che ci ha raggiunto attraverso il grande profeta Isaia:

“O voi tutti assetati, venite all’acqua,
voi che non avete denaro, venite;
comprate e mangiate; venite, comprate
senza denaro, senza pagare, vino e latte.
Perché spendete denaro per ciò che non è pane,
il vostro guadagno per ciò che non sazia?
Su, ascoltatemi e mangerete cose buone
e gusterete cibi succulenti…
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri”.

Mi è venuto alla mente, carissimi la poesia di Montale, “Prima del viaggio” che presenta la vita e il modo di viverla come la preparazione di un viaggio, che si prepara sì, ma stancamente, a volte senza convinzione:

“Prima del viaggio si scrutano gli orari,
le coincidenze, le soste, le pernottazioni
e le prenotazioni (di camere con bagno
o doccia, a un letto o due o addirittura un flat);
si consultano le guide Hachette e quelle dei musei,
si cambiano valute, si dividono
franchi da escudos, rubli da copechi;
prima del viaggio s’informa
qualche amico o parente, si controllano
valige e passaporti, si completa
il corredo, si acquista un supplemento
di lamette da barba, eventualmente
si dà un’occhiata al testamento, pura
scaramanzia perché i disastri aerei
in percentuale sono nulla;
prima
del viaggio si è tranquilli ma si sospetta che
il saggio non si muova e che il piacere
di ritornare costi uno sproposito.
E poi si parte e tutto è O.K. e tutto
è per il meglio e inutile.
……………………………………
E ora, che ne sarà
del mio viaggio?
Troppo accuratamente l’ho studiato
senza saperne nulla. Un imprevisto
è la sola speranza. Ma mi dicono
che è una stoltezza dirselo

“Solo un imprevisto e la nostra salvezza”, anche se Montale non sembra puntarci alla fine molto, è innegabile che l’imprevisto ci libera dalla stanca abitudine e vecchiezza. Ma carissimi bisogna cogliere l’occasione e questo dipende da noi, da ognuno di noi. Ma non solo l’imprevisto che atterra e spazza via gli schemi e stereotipi assodati, ma l’imprevisto che rialza e stupisce e apre veri e nuovi orizzonti che apre a conoscenze nuove di noi e delle cose e nuove azioni e nuovi lavori e passioni e responsabilità.

Come è stato e continua ad essere il fatto imprevedibile, imprevisto sorprendente della Presenza di Gesù Risorto: “L’angelo disse alle donne: «Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete». Ecco, io ve l’ho detto.”.

Le donne andavano e pensavano di trovare un cadavere, ma si trovarono di fronte un Vivente. Questo evento cambiò per sempre la loro vita, quella degli Apostoli e di tanti altri discepoli. Generazione dopo generazione questo evento è arrivato fino a noi. Testimoni cambiati dal rapporto con Gesù risorto ci hanno coinvolto e persuasi. Abbiamo negli occhi e nel cuore Presenze che ci hanno commosso e stupiti e incoraggiati e che aprono prospettive nuove e diverse anche sulla situazione attuale, tanti riconoscono questo nel Papa, altri nella Presenza di un Parroco, altri ancora nella Presenza di un amico vero e appassionato alla vita propria e alla nostra e di tutti. Ma alla fine siamo chiamati noi, ognuno di noi, a testimoniare con la vita che il Signore è Risorto, presente ed operante che ha cambiato e cambia la nostra vita. Ultimamente la convinzione si rafforza nel vedere in atto e operante il Signore Risorto nella nostra stessa persona e vita.

Carissime e carissimi,
La testimonianza di Paolo è la nostra stessa testimonianza: “Ma se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui. Infatti egli morì, e morì per il peccato una volta per tutte; ora invece vive, e vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù.”

Abbiamo celebrato la Pasqua di Gesù, e nostra, nella condizione straordinaria, eccezionale e paradossale prodotta dal coronavirus. Siamo già pronti, oggi, in questa situazione presente, a prenderci sulle spalle il compito e la responsabilità della ricostruzione della vita comune e della nostra città, della nostra regione e nazione, e del mondo intero. In collaborazione con tutti gli altri uomini e donne che abbiamo visto e vediamo impegnate nella cura e nella passione per la vita e il bene di tutti. Vi auguro una santa Pasqua con le parole del poeta e convertito T.S. Eliot :

“In luoghi abbandonati
Noi costruiremo con mattoni nuovi.
Vi sono mani e macchine
E argilla per nuovi mattoni
E calce per nuova calcina.
Dove i mattoni son caduti
Costruiremo con pietra nuova,
Dove le travi son marcite
Costruiremo con nuovo legname,
Dove parole non son pronunciate
Costruiremo con nuovo linguaggio.
C’è un lavoro comune,
Una Chiesa per tutti,
E un compito per ciascuno:
Ognuno al suo lavoro.
(da: Cori da “La Rocca” di T.S. Eliot)

Buona Pasqua 2020!
Il Parroco – Don Carmelo Vicari

 


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